Il burraco è nato in Sud America, dove ci si sfidava per strada, senza regole, era una derivazione della Canasta, in Grecia si chiamava Birimba e si giocava singolarmente. E, poiché mancava un codice di gioco, Giorgio Vitale, ha avuto per primo l’intuizione di scriverne uno si strategie, tattiche, ma anche dei consigli.
Poi ha lanciato i primi tornei che sono stati la fortuna del burraco. Di manuali, Giorgio Vitale, che è fratello di Serena, la scrittrice, ne ha prodotti a raffica il più famoso il Burraco oltre le regole, ormai fuori catalogo, ma disponibile sul suo sito e la Psicologia di coppia e strategie di gioco.
Farina del sacco di Maura Vitale, figlia di Giorgio, psicoterapeuta ed esperta ancella del burraco, pur non essendo giocatrice accanita: «Ho semplicemente dato una mano a mio padre sistematizzando le sue osservazioni, che dapprima scriveva su foglietti, annotando regole, comportamenti, situazioni di gioco.
La quantità di osservazioni sociali e psicologiche che mio padre aveva raccolto erano già così numerose e curiose che ho iniziato a divertirmi anch’io».
È nata, così, l’idea di studiare il gioco «come una grande metafora attraverso la quale individuare alcune strategie di coppia». Il cavallo di battaglia di Maura è avvincente: «Penso che la coppia di gioco abbia delle strategie molto simili a quelle che si attuano nella vita reale: e infatti, la coppia è vincente quando, nel burraco come nella vita, l’altro non è vissuto come un nemico, ma come un complice.
Si vince quando si è in grado di pensare in coppia, di interpretare le strategie dell’altro, cooperando».